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Bradisismo, il grido d’aiuto degli sgomberati: “Stiamo spendendo centinaia di euro e nessuno ci aiuta”

A due settimane esatte dall’ultimo forte sciame sismico registrato nei Campi Flegrei che ha cambiato la vita di molte persone, la situazione è drammatica in particolare per le famiglie sfollate che sono state costrette a lasciare la loro casa.

Molte di queste, infatti, sono ancora in attesa di una sistemazione in una struttura alberghiera, da circa dieci giorni. Altre famiglie, invece, hanno ricevuto un alloggio con destinazione Trecase, vicino Torre Annunziata, oppure verso Castel Volturno e Casagiove a Caserta.

Destinazioni troppo lontane per gli sfollati puteolani che non possono trasferirsi a 40 chilometri dalla propria casa perché le spese quotidiane sarebbero eccessive per poter tornare a Pozzuoli dove lavorano oppure dove i loro figli frequentano la scuola.

La richiesta degli sfollati è quindi di avere un sussidio per poter scegliere dove vivere e farlo in modo autonomo, fin quando la propria casa sarà inagibile. Questa opzione, infatti, sarebbe vantaggiosa anche per la Regione Campania che sta collaborando con il Comune per trovare alloggi agli sfollati. 

“No agli alberghi! Si ai contributi per pagarci l’affitto in modo autonomo. Fondi per rendere antisismici gli edifici, e dicono che Pozzuoli è viva! Al massimo ci sono i sopravvissuti”, afferma Laura Iovinelli, una delle sfollate e fondatrice del Comitato Emergenza Campi Flegrei.

“E’ impossibile accettare un albergo a Casagiove quando le attività lavorative, la scuola, le nostre cose si trovano a Pozzuoli. Ci devono aiutare, abbiamo bisogno di aiuto”, aggiunge un altro sfollato. 

“Non si può vivere in una camera d’albergo né tantomeno al Palatrincone sulle brandine misti uomini, donne, senza un minimo di privacy. Non potete sbatterci a Trecase, Casagiove. Qui a Pozzuoli la gente ha il lavoro, i figli vanno a scuola, hanno genitori anziani, c’è chi fa terapie negli ospedali di Napoli che da Pozzuoli è facilmente raggiungibile coi mezzi anche perché non tutti hanno un’auto”, è il grido d’aiuto di un’altra residente.

In conclusione questo è l’appello degli sfollati: “Vogliamo un alloggio dignitoso che ci permetta una parvenza di normalità, perché se per voi è ritornato tutto normale per chi ha dovuto lasciare casa, i propri ricordi, quelle poche certezze, nulla è più normale. Non abbiamo nessuna certezza, non sappiamo quello che sarà di noi e per chi è in affanno economico è tutto acuito”.

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